Vestirsi bene per escursioni autunnali

Abbiamo sempre avuto un debole per le escursioni in autunno. Meno insetti, meno gente. Le ore di luce si accorciano, ma la luce è ancora più bella. E anche se le giornate diventano più brevi, c’è comunque abbastanza tempo per esplorare a lungo sotto il sole. In breve: condizioni perfette.

L’autunno regala mattine fresche e luminose e pomeriggi caldi – la combinazione ideale per salire in vetta al mattino e ridiscendere nel pomeriggio, ad esempio. Questa stagione è così perfetta per trascorrere del tempo in montagna che gli svedesi hanno persino una parola per definirla: vårvinter (primavera-inverno), la loro quinta stagione non ufficiale. A differenza della primavera, con il suo tempo instabile, i sentieri in autunno sono liberi dalla neve, il fango si è asciugato e puoi camminare quanto vuoi. È il momento perfetto per uscire e scoprire nuovi paesaggi.

Con l’inverno alle porte, l’unica cosa da considerare per fare trekking come un professionista in autunno è il tempo – e basta scegliere l’abbigliamento giusto per affrontarlo al meglio.

Il circuito dell’Annapurna è un classico trekking di tre settimane in Nepal, perfetto per chi ama davvero l’escursionismo. Di villaggio in villaggio, si guadagna quota attraversando paesaggi che cambiano dalle valli lussureggianti alle foreste di rododendri, fino alla tundra alpina. Ho avuto la fortuna di percorrerlo in condizioni ideali, con cielo terso e temperature miti, all’inizio dell’autunno, qualche anno fa. Le vette himalayane che incorniciavano il paesaggio sembravano vere opere d’arte.

Le condizioni sono rimaste stabili per tutta la durata del trekking: mattine gelide, sole caldo durante il giorno e notti glaciali. Nel pomeriggio, anche quando il sole era ancora alto nel cielo, a volte si nascondeva dietro le cime di 7000 metri, offrendo un breve sollievo dal caldo, prima che fossimo costretti a coprirci per affrontare il freddo della sera.

Più salivamo di quota, meno ombra trovavamo, fino ad arrivare a soffrire quasi costantemente il caldo. E ogni giorno avevo lo stesso problema.

Quando indossavo un pile, la mia maglietta tecnica era bagnata. Era troppo pesante per il mio ritmo, e quell’umidità impediva al corpo di conservare il calore. Il pile non riusciva a espellere tutta quell’umidità abbastanza in fretta, quindi aggiungevo un terzo strato per regolare meglio la temperatura corporea. Il risultato era scomodo fino a quando tutto, finalmente, non si asciugava in serata – e il ciclo si ripeteva ogni giorno.

Tornando nelle Alpi, tutti coloro che hanno passato del tempo a camminare in montagna a una certa altitudine sanno che bisogna adattare l’abbigliamento ai rapidi cambiamenti del meteo. Spesso il tempo è mite e tipico della stagione all’inizio dell’escursione, con temperature piacevoli, poi il sole scompare o arriva la pioggia. In quota la temperatura dell’aria può scendere all’istante, anche di dieci gradi o più.

Dal mio soggiorno in Nepal ho imparato due cose sull’abbigliamento: bisogna sceglierlo con cura e non tutti gli indumenti tecnici sono fatti allo stesso modo.

Tutti i capi che si indossano a contatto con la pelle devono avere queste caratteristiche: regolare la temperatura corporea e allontanare l’umidità dalla pelle. Questa è la funzione fondamentale di una maglietta tecnica. Ma il peso del capo, molto importante in montagna, e il materiale con cui è realizzato fanno la differenza tra un modello e l’altro. È facile da capire in estate, quando la temperatura è abbastanza costante, ma è più complicato in autunno o primavera, quando nella stessa giornata il tempo può passare dal sole al freddo fino alla pioggia.

Durante il mio viaggio in Nepal ho trovato la soluzione indossando un capo tecnico più leggero, in lana merino con grammatura di 150 grammi per metro quadrato. I vantaggi erano evidenti: il materiale è naturale, è antibatterico, quindi potevo lavare meno spesso i vestiti senza cattivi odori. Inoltre questo capo regolava meglio la mia temperatura sia in salita sia in discesa, indipendentemente dal ritmo, risolvendo il mio problema.

Sono stato fortunato ad avere a disposizione diverse opzioni durante quel viaggio. In montagna è essenziale: anche per una sola giornata, che si sia escursionisti esperti o principianti, bisogna aspettarsi che le condizioni cambino. Questo è il fattore più importante da considerare per preparare le tue giornate, oltre al percorso e al ritmo del gruppo. Per affrontarlo, porta sempre uno o due indumenti di peso diverso.

Ecco una breve lista delle cose che porto con me quando faccio trekking nelle Alpi tra settembre e novembre:

• Un telefono completamente carico (con una batteria esterna di riserva) e cuffie per ascoltare musica

• Il mio percorso GPS sullo orologio (si consiglia anche di portare una mappa cartacea)

• Cibo per la giornata e un po’ di più

• Una lampada frontale in caso di ritorno tardivo

• Bastoncini pieghevoli

• Una maglia a maniche lunghe in lana merino

• Un maglione e una giacca isolante tipo piumino, da indossare da sola o sotto una giacca protettiva

• Una giacca protettiva

• Balsamo per le labbra, crema solare, un piccolo kit di pronto soccorso per tagli e graffi

• Un cappellino o un berretto e un berretto di lana (se la temperatura scende molto)

• Una sacca di idratazione da 1,5 litri e alcune tavolette di integratori per il gusto, nel caso ricarichi la borraccia a una fonte

• Occhiali da sole. Sono indispensabili.

Una volta capita bene la dinamica dell’attrezzatura in base al meteo e con lo zaino pronto, non ti resta che goderti una splendida giornata all’aria aperta.

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